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Il Parco Archeologico del Forcello di Bagnolo San Vito, pochi km a sud est di Mantova, sorge intorno ai resti di un importante abitato etrusco di VI-IV sec a. c.. Gli scavi archeologici condotti nel sito dal 1981 ad oggi, con la direzione scientifica del prof. de Marinis dell'Università degli Studi di Milano, hanno portato alla luce, anno dopo anno, una piccola porzione di questo abitato, ma con una lunga sequenza stratigrafica, articolata in otto fasi insediative principali.

Il progetto del Parco Archeologico, nasce dall'esigenza di salvaguardare almeno una porzione dell'abitato dagli insistenti e distruttivi lavori agricoli e al fine di valorizzazione e divulgare i risultati scientifici conseguiti con gli scavi.Le scoperte effettuate nell'abitato etrusco del Forcello, la cui ricchezza ed importanza sono già da lungo tempo note in ambito scientifico, hanno finalmente un efficace strumento per essere messe al servizio della divulgazione e della didattica.

Visita il sito ufficiale www.parcoarcheologicoforcello.it

 

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etruschi1In località Forcello, nella frazione di San Biagio, gli scavi archeologici condotti dall'Università di Milano stanno riportando alla luce un'antica città etrusca, datata VI secolo a.C. Non sappiamo come si chiamasse , ma la sua importanza storica e culturale è enorme, in quanto si tratta della città etrusca situata più a Nord, fra i siti etruschi finora scoperti. Le tracce archeologiche conducono fino al IX secolo a.C. ma il terreno "vergine", privo dei segni lasciati dall'uomo, non è ancora stato toccato...Il Forcello è un dosso di origine prevalentemente artificiale, formatosi in seguito all'accumularsi di strati archeologici che testimoniano la vita dell'abitato; la sua estensione è valutabile attorno ai 13 ettari.

Perchè questo abitato è proiettato verso il Nord Europa? Lo spiegano i fiorenti commerci dell'epoca: gli Etruschi facevano da intermediari tra i prodotti greci e le mercanzie della Gallia: le merci arrivavano via acqua e venivano caricate e scaricate su un piccolo isolotto, l'abitato etrusco del "Forcello". E' difficile sopravvalutare la rilevanza di questo sito archeologico, a due passi da Mantova e Verona. Anzi: si ritiene che l'antica Mantova possa essere proprio il nostro abitato etrusco! Coloro che si insediarono al Forcello contavano sul fatto che trovarsi su un'isola (a quel tempo l'acqua circondava l'abitato) avrebbe facilitato le comunicazioni per via fluviale e reso possibile l'utilizzo di un'insenatura dai bassi fondali, al riparo dalla corrente principale del fiume. In definitiva, si trattava di un autentico porto commerciale. Si é scoperto che gli abitanti, forse a causa di un'inondazione, costruirono un secondo terrapieno a 33 metri di distanza dal primo costruito in precedenza: oggi osserviamo un vero e proprio accumulo, largo circa 8 metri, di argilla compatta e pressata. Il terrapieno doveva cingere certamente l'intero abitato, e ne rimane significativa traccia nelle ondulazioni del terreno. La città etrusca era ortogonale, con case allineate lungo canali artificiali scavati come collettori fognari. Grossi pali sostenevano passatoie lignee per poter camminare sopra l'acqua. Sono già stati riportati alla luce due canali artificiali che corrono paralleli lungo tutto l'abitato, di cui costituiscono il principale asse di attraversamento.

A Sud ovest dei canali sono state messe in luce alcune abitazioni a pianta rettangolare. Erano costruite con materie prime deperibili, legno, canne palustri, paglia e argilla cruda o parzialmente cotta. L'interno degli edifici abitativi è sempre provvisto di uno o più focolari e di arredi: scaffalature, tavolini, sedili, panche. I pavimenti erano di terra battuta; il tetto era a doppio spiovente e costruito assai probabilmente con paglia pressata, per non sfondare la sommità.

Gli scavi testimoniano una vera e propria operazione di bonifica, terminata forse verso il 500 a.C. Centro commerciale, il Forcello si caratterizzava per il carico-scarico di olio e vino e altre mercanzie. L'agricoltura occupava un posto importante nel sostentamento quotidiano. Venivano coltivati cereali e leguminose, come si capisce dal ritrovo delle derrate alimentari: lenticchie, fave, piselli, frumento e orzo. La pratica dell'allevamento è assai sviluppata con la netta prevalenza del maiale sulle capre e i bovini. Sono state ritrovate molte ossa di pesce, in particolare vertebre e mandibole di luccio. La pesca è attestata anche dal rinvenimento di numerosi ami di bronzo di varie grandezze. Sono numerose e sorprendenti le testimonianze archeologiche offerte dal Forcello; il quadro complessivo dipinge un sito di straordinario interesse: durante il VI secolo a.C. Greci ed Etruschi avevano stabilito rotte commerciali nell'Alto Mar Tirreno e, grazie alla fondazione della colonia di Marsiglia a opera dei Greci di Focea, si poteva raggiungere i territori celtici risalendo il Rodano. Il Forcello era il centro etrusco più importante a Nord del Po, e la città aveva carattere di emporio, come dimostra la grande quantità di materiali di importazione che vi sono stati ritrovati: ceramica, anfore, vasellame, otri. Gli Etruschi erano anche il tramite per cui i Greci si procuravano lo stagno, necessario per produrre il bronzo. Il sito etrusco del Forcello è testimonianza archeologica di livello mondiale. La ricerca scientifica al Forcello è costante ed è divenuta fonte di dati e notizie fondamentali.

Parco archeologico del Forcello (1)
Parco archeologico del Forcello (2)
Parco archeologico del Forcello (3)
Parco archeologico del Forcello (4)

Informazioni
Per visite guidate è possibile telefonare al 348 720 1518 o inviare una e-mail a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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Il Museo Diffuso del Fiume - Conca del Bertazzolo nasce grazie alla fruttuosa collaborazione delle Amministrazioni Comunali di Bagnolo San Vito e di Roncoferraro, insieme a Regione Lombardia, per un progetto culturale nato, cresciuto e maturato negli anni scorsi nell’ambito del Museo Diffuso - Conca del Bertazzolo e del più vasto comprensorio dell’Ecomuseo della risaia, dei fiumi, del paesaggio rurale mantovano.

Oggetto dell’indagine di archeologi e storici una porzione di territorio, quella del Basso Mincio da Mantova al Po, strategicamente importante per la storia della città di Mantova e del suo territorio. In un percorso fondato su basi scientifiche, ma volutamente didattico, costituito da pannelli esplicativi a diversi livelli di lettura, da modelli e video in lingua italiana e inglese, gli esperti ne hanno colto l’evoluzione nel tempo, dall’antichità ai giorni nostri. Il risultato è quello di un suggestivo percorso il cui filo conduttore è costituito dall’acqua, intesa come risorsa indispensabile all’insediamento, all’agricoltura, alla difesa militare, alla comunicazione e al commercio.

Elemento vivificante e al contempo, con le alluvioni, minaccia alla sopravvivenza delle comunità rivierasche e più estesamente della stessa Mantova, del Serraglio e delle basse terre orientali.

Guida di eccezione è Gabriele Bertazzolo (1570-1626), il più famoso degli ingegneri idraulici mantovani, dalla cui professionalità sono dipese, anche dopo la sua morte, le sorti della città e del Ducato gonzaghesco.

Il Museo è stato allestito accanto alla sua più celebre creazione, la conca di navigazione, parte integrante del percorso di visita con la novecentesca conca Vittorio Emanuele III e il moderno scaricatore di Mincio.

Responsabilità e cura scientifica: Carlo Togliani

pdf Museo diffuso del fiume - volantino illustrativo  

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